Il pericolo di stare a casa e altre riflessioni

Il pericolo di stare a casa e altre riflessioni

di Stefano Cereser

B) Pronto. Come stai?

A) Bene. Sto bene e stanno bene anche gli altri in casa. Mi riferisco alla condizione fisica, perché quella psichica è messa a dura prova. E da te?

B) Bene, si. Anche qui niente coronavirus. Magari un po’ di toronavirus si. Queste limitazioni della libertà, per quanto abbiano la giustificazione di contenere la diffusione dell’epidemia, oltre a essere sempre più asfissianti minano il senso della libertà. Fino a che punto è giustificabile la sua limitazione? E’ sacrificabile la libertà delle persone per porre rimedio a deficit di capacità di affrontare una condizione inaspettata e anche per “non saper né leggere né’ scrivere” cioè, non sapendo che fare, blocchiamo tutto. Sia chiaro che approvo il blocco totale del primo periodo, ma per mesi no.

A) Perché se fermi il covid-19 di contro fai andare fuori di testa i nuclei famigliari costretti fra le 4 mura. Ma a parte gli scherzi, la costrizione in casa sta producendo un allarme per le violenze domestiche che stanno aumentando vorticosamente. Più di mille richieste di aiuto rivolte ai centri antiviolenza, fino al 15 aprile. Considerando poi la difficoltà di mettersi in contatto con qualche ente a causa della costante presenza in casa del violento, possiamo immaginare che potrebbero essere ancora di più.

B) Concordo. Purtroppo, il problema è endemico e pare non si sia in grado di risolverlo. Credo per altro che la soluzione dell’allontanamento della donna dalle grinfie del bruto sia assolutamente inadeguato. Per assurdo la soluzione è l’autoreclusione per la donna e il suo allontanamento dal tessuto di relazioni dove vive. L’uomo, il più delle volte è “invitato” ad interrompere le violenze e di stare lontano dalla donna. Ma qui a Seveso ricordiamo l’omicidio di una donna ad opera del compagno che era appena stato allontanato dai carabinieri. Poi un altro omicidio di una donna di Seveso ad opera del marito già denunciato per violenza. E questi sono i fatti noti. Non ha avuto nessuna notorietà invece il tentato sequestro, sventato dall’intervento dei carabinieri avvisati da una coppia di giovani che stavano assistendo al fatto, di una donna ad opera dell’ex marito, aiutato da un complice. Seguenti indagini hanno accertato che il piano prevedeva il trasferimento della donna in un capannone dove sarebbe stata uccisa. Naturalmente il giudice ha condannato i due ma qualche tempo dopo erano nuovamente in libertà. Ora, alla luce della limitazione della libertà alla quale siamo tutti costretti, mi chiedo come non sia possibile sottoporre a limitazioni della libertà persone che abbiano compiuto violenze sulle compagne o mogli. Come non sia possibile imporre loro un domicilio in un luogo sufficientemente lontano dalle loro vittime e in aggiunta l’obbligo quotidiano di firma nella locale stazione dei carabinieri. Non la galera, ma almeno una “perimetrazione” della loro vita.

A) C’è uno strumento potente: la cultura. La scuola dovrebbe essere il luogo principe dove seminare consapevolezza del rispetto delle persone. Testi base per questa costruzione del futuro cittadino dovrebbero essere la nostra Costituzione e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell’O.N.U. La prima deliberata dall’Assemblea Costituente nel 1947, la seconda esattamente un anno dopo. Quest’ultima pare essere stata instradata dalla nostra Carta Costituzionale. C’è una evidentissima affinità nei principi. Ma trattiamo di argomenti che, per noi, sono nella stratosfera e non sappiamo trovare ragione nelle cose della quotidianità. Nella rubrica “i misteri dei provvedimenti” annovero la disposizione che prevede la chiusura delle piattaforme ecologiche. Perché? Boh! E’ possibile portarci l’erba che hai tagliato in giardino, non altro. Previa telefonata o mail all’ufficio apposito del Comune e ti fissano l’appuntamento (a me lo hanno dato per 8 giorni dopo). Bene, ci sono andato e mi sono portato anche un paio di borse con rottami metallici e parti elettriche conseguenti la distruzione di un paio di vecchi apparecchi elettronici. Alla persona, trovata all’ingresso della piattaforma, dichiaro che ho anche queste due borse di rottami. Mi avvisa che non si può buttare nulla oltre il verde. D’acchito penso che ciò sia dovuto al fatto che i cassoni siano ricolmi di rifiuti e quindi non se ne possano aggiungere altri. Stupore: tutti vuoti! Mi sono riportato a casa i rottami. Quando la piattaforma finalmente riaprirà (ma quando?) ci sarà l’assalto alla discarica. Ma che senso ha? Aggiungi il fatto che molte persone, in questo periodo, hanno approfittato di sistemare cantine, ripostigli, box e me li vedo in carovana davanti alla piattaforma che nel giro di un paio di giorni avrà probabilmente i cassoni pieni. Avrò pure una visione catastrofica ma se tutte le discariche si troveranno in questo stato mi immagino in casino della raccolta.

B) Hai ragione. Ci sono anche i giardinetti pubblici che versano in uno stato di abbandono e hanno l’erba molto alta. Quando riapriranno anche quelli e finalmente le famiglie potranno portarci i figli, l’accesso sarà prudenzialmente limitato ma sarà anche limitato il godimento del posto viste le condizioni del verde. Perché non provvedere ora allo sfalcio dell’erba? Se aspettano la data della loro riapertura, le aziende si vedranno arrivare un sacco di richieste e allora qualcuno dovrà aspettare anche qualche settimana prima di ottenere l’intervento. Mi pare che manchi un po’ di lungimiranza. Guardiamo solo il problema pandemia e come passare in modo “creativo” il tempo in casa. Basta dare uno sguardo ai TG ai giornali alle trasmissioni radiofoniche e televisive. In questi giorni si sono ritagliati in po’ di spazio anche gli esercenti che, a seguito dell’annuncio dell’inizio della “fase 2” si sono ritrovati ancora nell’impossibilità di riprendere le loro attività. Inoltre, le disposizioni che prevederebbero la loro futura ripresa sono state espresse in modo fumoso. Fra le cose più fantasiose si deve segnalare l’indicazione di frapporre delle paratie in plexiglass fra i commensali. Ma ce la vedi una famiglia che va al ristorante o in pizzeria divisa dai plexiglass quando a casa pranzano comunemente a tavola a distanza abituale e normale di 70 cm con quello che siede a fianco? Ma dai! Mi pare che siamo ancora in piena nebbia.

A) Commissione di esperti di qua, commissione di esperti di là. Di su, di giù. Sono sempre più meravigliato del fatto che non esista una Commissione Grandi Crisi sempre pronta ed aggiornata. Non che all’estero siano messi meglio. Anzi, per certi aspetti, non cambierei con altre nazioni, almeno per quello che ci viene raccontato dalle TV. Se penso poi al presidente Trump, che ha ripreso la minaccia delle ritorsioni contro la Cina per il Covid-19… Ma non aveva detto che era meno grave di una influenza? O è veramente pazzo o è pazzo!

B) Non è che lasci tanta scelta, nel catalogarlo. Purtroppo sembra essere in “buona” compagnia: Boris Jhonson, Jair Bolsonaro ma anche i governi spagnolo e olandese all’inizio hanno tentato la carta della temerarietà. Risultato: migliaia e migliaia di morti che forse avrebbero potuto evitare. Ma, guai a fermare la macchina del profitto: i mercati la prenderebbero male. I mercati, capito?! Cioè quelli che acquistano e vendono azioni, obbligazioni, titoli del debito degli stati. Anzi, specifico meglio, quelli che fanno della speculazione il proprio lavoro. Quelli che non producono alcunché se non il maggior valore dei loro soldi. Mica pomodori o bulloni o tovaglioli o chiavi a brugola o aquiloni o… economia di carta. Gli andasse a fuoco la loro carta e insieme un bel falò con la Standard & Poor’s, Moodi’s e le altre agenzie di rating.

A) Uè! Calma. Va che rischi una denuncia per istigazione a delinquere.

B) Ma che istigazione, è un auspicio. Osserviamo preoccupati le incursioni di bande internazionali di onesti depredatori degli investimenti e dei debiti degli Stati e ci avventiamo sul ladruncolo che si è fregato il tablet o la valigia o ha fregato i soldi che tenevi in casa. Certo non è affatto piacevole – io ho subito 3 furti, in casa e quindi parlo con cognizione di causa – ma ce la prendiamo con questi disgraziati in modo assurdo. Meriterebbero invece un monumento – e qui scatterebbe la denuncia per apologia di reato – prova ad immaginare quanta economia gira attorno a questi “stimolatori” del mercato: antifurti di ogni genere e tipo per ogni cosa; agenzie di sicurezza; guardie private; porte e serramenti blindati e agenti di polizia e carabinieri; avvocati; giudici e… basta. Credo di essermi spiegato. Va be’, no un monumento e neanche riconoscenza, convengo, ma più comprensione.

A) Interessante il punto di vista. Hai valutato il fatto non come attore né come soggetto passivo ma come terza parte che analizza il fenomeno e tutte le sue conseguenze. Dai che ci diamo un compito per la prossima volta: osservare il fenomeno pandemia e ci inventiamo azioni e rimedi. Come ci eravamo anche già detti qualche tempo fa.

B) Va be’, dai, Tanto tempo ne abbiamo. Ciao.